domenica 16 maggio 2010

Sidibé, è dolce la vita a Bamako

«Sidibé Malick. Tel 221 39 48. Bp 455», è la scritta che campeggiava davanti allo studio del grande fotografo africano a Bamako, la capitale del Mali. E la stessa targa campeggia davanti allo studio ricreato appositamente per la mostra «La vie en rose» alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia, in uno degli eventi collaterali al Festival Fotografia Europea. Lo studio è semplice. Ci sono una poltroncina, uno specchio, macchine fotografiche d’ogni tipo e soprattutto quegli sfondi inconfondibili, nelle loro geometrie primitiviste, che abbiamo imparato ad amare nelle sue fotografie. Lui ora è un signore ultrasettantenne che si aggira in una candida tunica bianca per gli spazi della mostra e osserva interessato il video che racconta la sua storia: da giovane apprendista nello studio di Gerard Guillat-Guignard, a fotografo pluripremiato a livello internazionale con il Leone d’oro a Venezia 2007 e con il prestigioso premio Hasselblad.

Al lavoro in studio Sidibé ha sempre accompagnato quello on the road, raccontando come una sorta di paparazzo nostrano la dolce vita notturna (ma non solo quella) nella capitale africana. E la mostra, a cura di Laura Serani e Laura Incardona, propone una cinquantina di immagini divise equamente fra questi due poli della produzione di Sidibé. Abbiamo così le foto Anni 70 di gruppi di persone, famiglie, amici, fidanzati, squadre di calcio che si presentavano nel suo studio per essere fotografati. La cosa che balza agli occhi è che l’essere fotografati è per queste persone un momento importante, c’è forse il retaggio della superstizione ancestrale secondo la quale in qualche modo con uno scatto ti catturano l’anima.

Divertenti sono invece le immagini delle feste, che ricordano molto (anche per gli abiti occidentaleggianti) quelle che si facevano da noi ai tempi del liceo, con il giradischi e le ragazze che ballano il twist. Fumare è quasi un atto di affermazione sociale e c’è chi non si accontenta della sigaretta e sfoggia la pipa. Ma forse le immagini che più colpiscono sono quelle donne di schiena che le curatrici hanno appeso alle pareti dello studio, lì la composizione formale ti fa capire lo «sguardo sottile» del fotografo africano.

SIDIBÉ, LA VIE EN ROSE
REGGIO EMILIA, COLL. MARAMOTTI
FINO AL 31 LUGLIO

Nessun commento:

Posta un commento