mercoledì 30 giugno 2010

Il Restauro e la ristrutturazione del Teatro San Carlo.




















A distanza di qualche mese dal termine dei restauri,il 25 gennaio 2009 c’è stato il tutto esaurito al San Carlo, alla riapertura del suo sipario, dopo 5 mesi di lavori di ristrutturazione, il più antico teatro d’opera in Europa (fu edificato nel lontano 1737) ha echeggiato ancora del suo nome e della sua importanza.
Da sempre elemento simbolico della Città, il Teatro di San Carlo, non solo monumento ma luogo di produzione culturale, per avere un futuro all’altezza della sua storia, deve accrescere la propria capacità produttiva: lucida analisi quella effettuata dal Commissario Straordinario Salvatore Nastasi, che individua da subito i nodi centrali del problema.
“Produrre”, per un teatro, significa “mettere in scena”: adeguare la struttura produttiva per il suo potenziamento vuol dire realizzare nuove sale prova, introdurre innovazioni tecnologiche alla macchina scenica, migliorare le zone di lavoro di artisti e tecnici, eliminare le ‘stagioni morte’ combattendo il caldo estivo con la climatizzazione ed infine rinnovarne la forza attrattiva grazie al restauro conservativo di questo monumento già riconosciuto ‘Patrimonio dell’Umanità’.
Come eccellenze italiane il San Carlo, su segnalazione del Commissario ed in accordo con la Regione Campania ed il Comune di Napoli, è stato inserito tra gli interventi a valenza simbolica come opera-testimonianza capace di rappresentare l’Italia che, nel 2011, celebra la nascita della “Nazione”. La Struttura di Missione per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ha così avviato l’iter procedurale di progettazione e realizzazione dei lavori: un appalto che comprendeva al suo interno tutte le lavorazioni e forniture al fine di assicurare il compimento dell’opera nei tempi previsti.
Con la Struttura di Missione ed il coordinamento dell’ing. Enrico Bentivoglio, oggi Direttore dei Lavori, è stato messo a punto un progetto capace di risponde agli obiettivi individuati dal Commissario Nastasi. Abbiamo studiato, analizzato, disegnato e ridisegnato il San Carlo, supportati dalle Soprintendenze e dal Provveditorato; aiutati dagli storici dell’Archivio di Stato abbiamo riletto documenti ottocenteschi; affiancati dalla squadra dell’Ufficio Tecnico del Teatro abbiamo infine messo a punto un progetto nato ‘dentro il teatro’, nel rispetto del Monumento e per migliorarne le prestazioni solo per quanto l’edificio stesso può consentire.
Il 12 agosto con il progetto, reso esecutivo dai tecnici dell’ATI appaltatrice, sono partiti i lavori, ed oggi stiamo realizzando le nuove sale prova: una, la sala prove orchestra, ottenuta trasformando uno spazio non più utilizzato, è riservata ai Professori d’Orchestra, con servizi dedicati e adeguati depositi strumenti; l’altra ricavata modificando la sala scenografia sopra la platea, con un impegnativo intervento di sostituzione di solaio e copertura, sarà attrezzata per ospitare prove del coro, del ballo o della regia, grazie ad una superficie libera pari alla dimensione utile del palcoscenico.
Per offrire ai visitatori la migliore accoglienza abbiamo ricavato un nuovo atrio spazioso sotto la platea: il nuovo Ridotto del San Carlo sarà un luogo dedicato al pubblico, che potrebbe essere aperto non solo nelle sere di spettacolo, con un nuovo bar per il pubblico, ed un booksop; vi si potranno organizzare incontri tematici, piccole conferenze e lo spettatore in ritardo potrà fermarsi a vedere lo spettacolo attraverso un monitor. Il Foyer esistente era, e rimane, il luogo principale deputato agli incontri ed alle feste: è stato climatizzato, restaurato e reso accessibile, come tutto il teatro, ai disabili motori, che entrando dall’ingresso di Piazza Trieste e Trento potranno autonomamente visitare tutti gli spazi pubblici.
Il condizionamento della sala teatrale, necessario per il confort dello spettatore, è indispensabile a garantire una stagione produttiva ininterrotta e quindi potenziale volano di un nuovo turismo estivo portato al San Carlo per ascoltare le caratteristiche sonorità del teatro all’italiana ed ammirarne l’architettura ottocentesca e la ricchezza decorativa degli ornamenti restaurati da mani in prevalenza napoletane, con la direzione vigile e ininterrotta delle storiche dell’arte della Soprintendenza.
Il restauro, ovviamente, non ha trasformato il Teatro. Il San Carlo non è “diverso” da quello che la memoria della Città ricorda: conserva le sue dorature ed il rosso che da tempo, oramai, gli appartiene. Questo chiede la teoria del restauro, nè sarebbe lecito cancellare l’evolversi della storia e le scelte che, Ferdinando II e l’architetto Antonio Niccolini, fecero verso metà ottocento. Scriveva Niccolini nel 1844 che il RE personalmente … di tre parati rossi di carta vellutata di Francia…scelse il paramento del palco di mezzo,…comandò che gli squarci delle porte de’ palchi (…)fossero tappezzate della stessa carta, ...comandò che il guanciale de’ parapetti de’ palchi fosse coverto in giro di velluto di lana colore scarlatto (…).
Così 800 “rolli di carta vellutata di francia” per il rivestimento di “tutti i palchi da 1 fila inclusa”, all’inizio di agosto del 1844 sono alla dogana di Napoli, giungono in Teatro l’11 settembre e vengono messi in opera entro il mese di ottobre.
Quella antica carta velluta di francia di colore rosso oggi è un tessuto sintetico, come le norme esigono, ma preziosi sono il disegno ed il suo fondo, trama e ordito lavorati con la maestria propria di una tradizione importante, copia di un tessuto del Niccolini conservato a Capodimonte, realizzato appositamente ed in esclusiva per il San Carlo, per suggerimento ed autorizzazione del prof. Nicola Spinosa. L’Impresa esecutrice, responsabile dei lavori, ha scelto i produttori e fornitori migliori, garanti di una assoluta qualità, non solo nello specifico campo del tessile: in tutte le risorse, anche umane, utilizzate in questi lavori, non è sono stato lesinato sforzo.
Delle molte cose che si potrebbero scrivere, ve n’è una sulla quale scrivere conta poco: descrivere il nuovo pavimento di platea, realizzato ‘come prima’ con la tradizionale “camera acustica”, elencare tutti gli accorgimenti per la posa dei tessuti nei palchi e delle imbottiture delle sedie, diverrebbe noioso. Quando la Musica tornerà ad appropriarsi della sala, allora sarà evidente che della precedente sonorità del San Carlo, nulla è andato perduto: come il Maestro Riccardo Muti ha affermato, l’acustica, già ottima, a seguito di questi lavori non potrà che migliorare.
Scrigno prezioso il Teatro di San Carlo, pronto a riprendere con successo, e rinnovate risorse, la sua attività artistica.

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