lunedì 12 aprile 2010

Restauro in collaborazione con lo studio Giorgio Gioia, tela raffigurante Apollo in Parnaso,villa Imperiale,Genova








RESTAURO DELLA TELA “ APOLLO IN PARNASO” collocato a decorazione del soffitto dell’atrio di Villa Imperiale

Supporto
Il dipinto,che misura cm 353 x 534 (si trovava nel soffitto di una stanza di Villa Imperiale ed è composto da otto strisce di tela unite fra di loro mediante cuciture molto sottili, non sovrapposte, a punto di Bologna. Il filo delle cuciture, il quale passa attraverso il primo filo della cimasa, è più chiaro di quello costituente la tela e la sua torsione è a S (in senso
orario).

Le misure delle strisce verranno indicate nello schema allegato.
La tela ha una tramatura fitta e la torsione dei fili è a Z (senso antiorario) avendo una densità totale di nove fili di trama per nove fili di ordito al cm.2.
I fili orizzontali che costituiscono ogni fascia sono leggermente più spessi dei fili verticali per cui il rilassamento generale della tela si presenta in altezza; infatti un lato misura 353 cm. e l’altro lato 347 cm.

Le variazioni termoigrometriche e gli agenti atmosferici inquinanti hanno accellerato i processi di invecchiamento delle fibre del tessuto organico (lino o canapa) rendendole più deboli, fragili e in pericolo di strappo e più oscure per effetto di invecchiamento.

Il fissaggio della tela al soffitto, attraverso una listellatura eterogenea in legno, ha creato una camera d’aria umida fra la volta e la tela, creando un clima favorevole alla proliferazione di muffe e altri tipi di organismi e sfavorevole alla conservazione del manufatto.

Il continuo rilassamento delle fibre costitutive del dipinto ha fatto ingrandire le dimensioni di altezza sia dalla parte destra che di sinistra, e uno spanciamento dovuto all’aumento del peso della tela per l’azione dell’umidità. Per compensare questo effetto la tela è stata rifissata con sellerine in ferro lungo tutta la superficie e in particolare lungo i listelli che percorrono il dipinto in senso longitudinale, creando una stesura a effetto materasso.
Lungo il lato destro ci sono tre tagli di 10, 9 e 10 cm rispettivamente dei quali 9, 7 e 6,5 interessano la pellicola pittorica. Il primo dei tagli si sovrappone 1,5cm., il secondo 1,2cm. e il terzo 2 cm.
Per quanto riguarda il lato sinistro, possiamo osservare lo stesso tipo di danno, ma l’allungamento è stato minore, per cui si trova un unico taglio di 11,5 cm. dei quali 9 cm. sono di pellicola pittorica, avendo una sovrapposizione di 1,3 cm.
Questi tagli sono stati rinforzati ed incollati superficialmente con una colla vinilica che ingiallita, ha plastificato le fibre rendendole rigide.
Nel centro del dipinto (vedi schema aggiunto) è stato fatto un buco per poter ancorare il sopporto del lampadario.
Le misure della lacerazione sono 21,5 cm. di larghezza x 11,5cm. di altezza.
Vi sono diversi aloni che appaiono sia nel retro della tela che sulla pellicola pittorica, causati probabilmente dalle colature per effetto della condensazione del’umidità nel soffitto, o per colature di acqua dal soffitto. Queste macchie alterano sia il supporto, lo strato preparatorio che lo strato pittorico.

La tela nel trascorre del tempo ha accumulato polvere e altri strati di sporco grasso, cioè fumo, particellato atmosferico che l’hanno scurito uniformemente.

Strato preparatorio
Lo strato preparatorio è steso in una campitura piuttosto sottile a fondo neutro, il quale è stato usato come base tonale, sopratutto nella zona del cielo, dove si sovrappongono velature di altri colori: rosa, azzurro.

Il cattivo stato in cui si presentano le zone allargate della parte bassa, molto danneggiate per colature di acqua, e lo stato pulverulento del dipinto rendono difficile assicurare che ci sia stata preparazione in queste zone.

Pellicola pittorica
Il dipinto si presenta in uno stato pulverulento dovuto alle variazioni continue ditemperatura e umidità, per cui si sono perse le proprietà agglutinanti del legante usato.

Si tratta probabilmente di un legante a base “proteica”, molto magra e sensibile all’acqua. La pellicola pittorica si presenta in stato pulverulento soprattutto nelle zone perimetrali.

Intervento di Restauro
Premessa
Il dipinto, inchiodato ad una griglia di legno che segue le dimensioni della nicchia, si configura più come un elemento decorativo dell’architettura che un normale dipinto su tela incastonato nel soffitto. Anche la qualità della materia e la preparazione sottilissima e inesistente in molte parti rende il dipinto meno resistente alla trazione.

Una tela può durare un tempo piuttosto limitato in queste condizioni prima che abbiano luogo le fastidiose deformazioni “a trapunta” dovute alla presenza di vincoli puntiformi che si oppongono alla forza di gravità.
Si è pensato quindi a un supporto che offra un vincolo continuo, anziché puntiforme,realizzata dei pannelli leggeri ad elevata resistenza.

Un supporto rigido può essere assemblato rapidamente in cantiere ed avrebbe il vantaggio di riproporre un sistema di montaggio più simile a quello originario, ma senza lo sgradevole “effetto trapunta” dato da un qualsivoglia vincolo puntiforme.
Una simile soluzione permetterebbe di affrontare la forma irregolare del perimetro del dipinto senza problemi, in quanto il supporto sarebbe ritagliato sulla forma della nicchia,
evitando di affrontare gli aspetti della distribuzione delle forze. La cornice potrebbe essere montata direttamente sul supporto.


Intervento
Dopo la creazione di un ponteggio sono stati rimossi i chiodi e sostituiti con puntine da disegno,questo per permettere una rimozione veloce dalla grata in legno e per non dare il tempo alla tela di subire piegature che potrebbero danneggiare la superficie pittorica.
Infatti i chiodi arrugginiti,la cui rimozione è durata circa mezza giornata, non permettevano alla tela di posarsi contemporaneamente sulla superficie del ponteggio senza piegature.
La tela arrotolata e protetta con carta velina e pluribol è stata portata in laboratorio.
In laboratorio è stata srotolata e pulita dal retro rimuovendo strati di sporco, polvere,ragnatele con pennelli e aspirapolvere.
E’ stata in seguito effettuata una prima stiratura per rimediare alle deformazioni della tela acquisite nel tempo a causa delle inchiodature sulla superficie pittorica.
I tagli della tela sono stati fatti riaderire con Beva film rinforzato con fibre di lino.
Nei punti di giunzione tra le diverse pezzature di tela ,dove le cuciture si erano spezzate
,sono state effettuate graffette di rinforzo con polvere di poliammide e fibre di lino.
Nelle lacune della tela sono stati effettuati inserti con tela di lino apprettata con beva e fatta aderire ai bordi con polvere di poliammide.
Consolidamento della tela per impregnazione con Beva al 20% in White spirit.


La tela è stata girata ed effettuato il consolidamento della pellicola pittorica con Plexisol al 5% a spruzzo,ripetuto per due volte.
E’ stata preparata la tela da rifodero del tipo pattina senza cuciture, tesa sul telaio interinale e rinforzata con Beva al 15% a spruzzo.
A questo punto la tela è stata foderata mediante stiratura dal retro.
La pulitura della superficie pittorica è avvenuta con gomme Wishab e con briciole di gomma pane,infatti tutte le prove effettuate con solventi formavano aloni ai bordi.

Gli aloni esistenti sono stati attenuati con percloroetilene.igroina e xylolo.
Stuccatura di alcune lacune con un sottile strato di gesso e colla.
Reintegrazione pittorica con colori ad acquerello e con colori a guazzo.
L’assemblaggio dei pannelli alveolari Compolam GE 836, con pelle vetro epossidica e anima in nido d’ape di alluminio ,da mezzo pollice è avvenuta in cantiere per l’impossibilità di far entrare il pannello una volta completato nella stanza, si è preparato uno schema di montaggio e i pannelli sono stati uniti con resina epossidica e perni di acciaio inox filettati.

Il montaggio è avvenuto in verticale,in quanto non è stato possibile avere un piano orizzontale a disposizione.
Si è dovuto ricorrere a barre di alluminio e morsetti come guida per un preciso assemblaggio.
Il pannello è stato sagomato in modo da avere perfettamente la forma irregolare del vano in cui deve essere inserito.


Il pannello in alveolare è stato avvitato nei punti in cui vi erano le barre metalliche di rinforzo nel soffitto,inserendo viti in acciaio inox 18/10 di un cm di diametro lungo il bordo del pannello stesso ( evitando quindi di interessare la superficie dipinta ed eliminando la vecchia grata di legno).E stato anche riutilizzato l’anello centrale di collegamento.

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